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«Quel Big Bang dei dolori che ti spezza a metà»

Nel racconto di Roberta Zoldan il dramma della malattia visto attraverso gli occhi di una bambina

Riemerse dal sonno ma non aprì gli occhi. La debole luce al neon sopra il letto filtrava attraverso le palpebre. Non sentiva dolore ma non poté provare alcun sollievo, non ancora. Lo conosceva bene ormai il dolore.

Il dolore? Che sciocchezza. C’erano tanti tipi di dolore... quello a fitta, traditore, che ti aggrediva senza darti il tempo di proteggerti minimamente e che ti lasciava per ogni timoroso e inerme con la paura che ti colpisse di nuovo... quello “a onda”...

Pubblicato su Il Piccolo