Treviso, accoltella la moglie malata e si costituisce: lei (77 anni) è in fin di vita
Una coltellata al costato, il marito si è presentato ai carabinieri pensando di averla uccisa
TREVISO. Una singola coltellata profonda al costato che lascia la moglie a terra in fin di vita. Sono le 11,30 di oggi, domenica, quando un anziano di 74 anni, metalmeccanico in pensione, si presenta alla caserma dei carabinieri di Cornuda per costituirsi. Pochi minuti o ore prima - lo accerteranno gli inquirenti -, ha ferito quasi a morte la moglie di 77 anni, anche lei pensionata, ex parrucchiera, nella loro abitazione di via Ermenegildo Metti nel piccolo comune di Maser, poco più di 5mila abitanti nella provincia di Treviso.
I soccorsi partono immediati. I militari dell'Arma si precipitano sul posto, trovano la donna in condizioni disperate e avvisano il Servizio sanitario di urgenza ed emergenza (Suem) e i vigili del fuoco. Il trasporto dell'anziana avviene in elicottero in codice rosso all'ospedale di Treviso. Le sue condizioni appaiono da subito gravissime. La donna è affetta da una serie di patologie che aggravano il quadro clinico e la rendono di fatto inferma. Al momento si trova ricoverata in prognosi riservata.
Partono subito le indagini dei carabinieri della compagnia di Montebelluna. Nei primi minuti in caserma il 74enne è formalmente ancora un uomo libero. Vengono informati i magistrati. La sostituta procuratrice di Treviso, Gabriella Cama, e il procuratore della Repubblica di Treviso, Marco Martani, spiccano il fermo di indiziato di delitto per tentato omicidio aggravato. Vengono formalizzati gli atti e l'uomo trasferito in carcere a Treviso.
La casa e l'arma del delitto, un coltello, sono stati posti sotto sequestro. Il pensionato dovrà nominare un avvocato di fiducia per poi essere sentito dal giudice per le indagini preliminari nell'interrogatorio di convalida del fermo e di garanzia. Forse spiegherà il movente del suo gesto, il perché del tentato omicidio per poi consegnarsi alle forze dell'ordine. Tra gli inquirenti qualcuno ipotizza che pensasse di averla già uccisa quando si è presentato in caserma. Sullo sfondo delle sue iniziali dichiarazioni e di quanto ricostruito nelle prime ore, non sono emersi motivi economici o litigi famigliari, ma che la donna fosse gravemente malata, non era più autosufficiente, almeno dall'ultimo ictus. Era stata dimessa dall'ospedale dopo un lungo ricovero e aveva bisogno di assistenza 24 ore su 24. A occuparsi di lei anche la figlia della coppia, che nel momento del tentato omicidio stava riposando dopo essersene presa cura nelle ore precedenti.
Pubblicato su Il Piccolo