Morti sospette a Trieste, Campanile davanti al gip: «Le iniezioni erano lecite, non ho ucciso nessuno. Fatemi tornare al lavoro»
Il medico del 118 di Trieste accusato di nove omicidi volontari parla davanti al giudice. Rivendicata l’assoluta regolarità della sedazione praticata in pazienti così gravi
TRIESTE È certo di non aver ucciso nessuno. Anche perché, assicura, le iniezioni di propofol e di altri potenti sedativi somministrati agli anziani ammalati e soccorsi con urgenza dalle ambulanze, non erano affatto letali. Ma, anzi, assolutamente «lecite», sia sotto il profilo «normativo» sia a livello «medico-scientifico». Così Vincenzo Campanile, il rianimatore del 118 indagato per omicidio volontario e falso in atto pubblico per ben nove casi di morte sospetta, si è difeso durante l’interrogatorio davanti al gip Luigi...
Pubblicato su Il Piccolo