Le malattie e l’addio al lavoro E ora l’attesa di una telefonata
Luca supera un tumore e un disturbo cardiaco ma deve chiudere la sua attività Lo sforzo di dover chiedere un piatto caldo alla Caritas. «Però sono ancora vivo»
Possedere solamente un paio di scarpe, di tipo antinfortunistico, ma non disporre nemmeno di uno straccio di lavoro. È il destino toccato in sorte a Luca, triestino di cinquantacinque anni che, «dopo una vita normale e per certi versi fortunata», è rimasto intrappolato sotto le macerie di un terremoto esistenziale.
«Ho lavorato per tanti anni – spiega -, coltivando un sogno, quello di aprire un locale e di mettermi in proprio». Il sogno un po’ alla volta prende forma e...
Pubblicato su Il Piccolo