Doninelli: «Da piccolo ho confuso mio zio con l’indaffarato Dio»
Con il fluviale romanzo “Le cose semplici” (Bompiani) lo scrittore è tra i cinque finalisti del Premio
di ALESSANDRO MEZZENA LONA
Luca Doninelli era quello dei libri liofilizzati. Centotrenta, centocinquanta pagine al massimo. Non di più. Poi, un giorno, Claudio Magris, che lo legge e lo stima, gli ha chiesto senza troppi giri di parole: «Perché scrivi con il freno a mano tirato?». E lui ha deciso di ascoltare quel consiglio, lasciando correre l’onda anomala di storie che gli premeva dentro. Ne sono venute fuori 838 pagine di “Cose semplici”, un romanzo densissimo.
Sfondare gli argini ha...
Pubblicato su Il Piccolo