Al festival la disumanità della crisi contemporanea
Continua alla Sala Tripcovich la rassegna, con tre titoli in concorso: “Cesta Ven”, “Urok” e “Varvari”
TRIESTE. È la disumanità dell'oggi, soprattutto della realtà economica, declinata in tutte le sue storture, dalle morse di una burocrazia sempre più rigida alla mancanza di futuro per i più giovani, ad accomunare i tre titoli, tutti molto incisivi, della nutrita pattuglia in concorso al Trieste Film Festival, affidati in due casi su tre a personaggi presi dalla strada e chiamati a interpretare se stessi. Vivere una vita normale, ad esempio, è tutto quello che chiede la protagonista di...
Pubblicato su Il Piccolo