Condò: stratega a modo suo, inviso ai “sacchiani”
Il giornalista triestino di Sky Sport: «Gli piaceva sentir parlare in dialetto, “Cesarone” era particolarmente legato a chi aveva rapporti con Trieste»
TRIESTE. C’era un’arma infallibile per riuscire a scardinare la riservatezza di Cesare Maldini e conquistarsi la sua simpatia. Il dialetto triestino. Anche se la sua casa era da tempo Milano, “Cesarone” era particolarmente legato a chi, tra giocatori, tecnici o giornalisti, aveva rapporti con Trieste.
«Gli piaceva sentir parlare in dialetto. Quando capitava, si confidava volentieri. Nel 2002 ai Mondiali, io inviato in SudCorea e lui alla guida del Paraguay in Giappone, con un complesso ponte telefonico riuscì a...
Pubblicato su Il Piccolo