«Giulio non è mai stato un agente dei servizi»
La famiglia dopo i collegamenti fra ricerche e intelligence: non offendetene la memoria. Inchiesta: nuovi testimoni. Il Cairo: non arrestato dalla sicurezza
TRIESTE. «Avvalorare la tesi che Giulio Regeni fosse un uomo dell'intelligence significa offenderne la memoria». Attraverso il proprio legale, la famiglia del giovane ricercatore di Fiumicello torturato e ucciso al Cairo dopo essere scomparso il 25 gennaio sgombra il campo da una serie di ipotesi proliferate nelle ultime ore. Ipotesi secondo cui i rapporti di ricerca che lo studioso - in contatto con sindacalisti indipendenti, accademici e anche personaggi vicini all’opposizione - inviava al mondo accademico britannico potessero poi...
Pubblicato su Il Piccolo