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Disordini al Corvetto a Milano, arrestato va ai domiciliari

Pm aveva chiesto la custodia in carcere per resistenza aggravata

MILANO, 28 NOV - E' stato convalidato l'arresto ed è stata disposta la misura cautelare dei domiciliari per il 21enne montenegrino che nella notte tra lunedì e martedì scorso, nel quartiere milanese Corvetto, ha preso parte, assieme ad un centinaio di ragazzi, alle proteste per la morte di Ramy Elgaml, 19enne egiziano che nella notte tra il 23 e il 24 novembre si è schiantato con lo scooter, guidato da un amico, mentre era inseguito dai carabinieri. Il pm di turno Paolo Filippini aveva chiesto la convalida dell'arresto e la custodia cautelare in carcere per il 21enne con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale aggravata. La gip Chiara Valori, dopo l'interrogatorio, ha deciso per i domiciliari, con autorizzazione a uscire per lavorare. Il giovane, difeso dal legale Pietro Gilberto Pennisi, ha raccontato che lui quella sera era andato "là per portare dei fiori per Ramy" e che, poi, si è ritrovato "trascinato nella folla" e non sarebbe riuscito "ad uscire da quella situazione" di disordini e scontri con gli agenti. Ha visto, stando alla sua versione, anche un bus danneggiato, ma lui non avrebbe preso parte a quell'azione. Al giovane è stato sequestrato il telefono nelle indagini e sono stati rintracciati messaggi in cui si dava una sorta di convocazione per quella sera per andare a creare il caos al Corvetto. Il 21enne, nato in Italia, era stato arrestato in seguito all'analisi di un video da cui è risultato, secondo l'accusa, uno dei ragazzi più 'agguerriti' durante la notte di tensione. Le aggravanti contestate nei suoi confronti sono l'aver agito in concorso con più di 10 persone da identificare, con volto coperto e con l'uso di armi (le bottiglie), petardi e altro. Mentre sono in corso le identificazioni di altri ragazzi che hanno partecipato ai disordini. Intanto, per domani è fissata l'autopsia sul corpo del 19enne nell'inchiesta sull'incidente, coordinate dal pm Marco Cirigliano, che vede indagato per omicidio stradale in concorso, a garanzia per gli accertamenti, anche il carabiniere che era alla guida della macchina di servizio, oltre al 22enne tunisino che guidava lo scooter. Quest'ultimo pure arrestato per resistenza (i due non si sono fermati ad un posto di blocco e sono stati inseguiti per 8 km). (ANSA).

Pubblicato su Il Piccolo