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Italiano morto in Ucraina, i funerali entro lunedì

Parla il titolare dell'impresa funebre che si occupa di rimpatri

MILANO, 05 NOV - Si svolgeranno sabato prossimo, o comunque entro lunedì a San Benedetto del Tronto i funerali di Massimiliano Galletti, il soccorritore 59enne colpito da una granata e morto dopo un mese di ospedale in Ucraina. Lo ha spiegato all'ANSA Gheri Merlonghi, il titolare del Centro del funerale, impresa funebre milanese che si occupa anche di rimpatrio ed espatrio di salme (come quelle degli 007 israeliani morti sul lago Maggiore), e che si è incaricata del caso di Galletti. "Venerdì mattina avremo la certezza se saranno sabato o lunedì". Merlonghi, cresciuto a Milano ma originario di San Benedetto, ha spiegato di essere stato contattato dal sindaco Antonio Spazzafumo che gli ha chiesto aiuto e siccome si trovava nella cittadina in provincia di Ascoli Piceno ha incontrato la famiglia di Galletti. In passato la sua impresa si è occupata del rientro in patria di cittadini ucraini morti in Italia e ha quindi allertato il suo corrispondente sul posto. I tempi stimati per il rientro erano di circa venti giorni. "Gli ho chiesto di fare più veloce. L'ambasciata si è impegnata e ci ha aiutati tantissimo". Merlonghi, che ha seguito il caso direttamente, ha spiegato che è stato necessaria l'autopsia per avere una causa di morte certa, la documentazione in cirillico tradotta sarà disponibile domani. In ambasciata, dove domani sera avverrà la chiusura del feretro, tutto è pronto per il passaporto mortuario, ma nel frattempo è stato necessario lavorare per avere il nulla osta dall'ambasciata polacca per passare attraverso la Polonia con il corpo. L'ipotesi, se non ci saranno imprevisti, è che il corpo arrivi a Milano venerdì sera, in tempo per il funerale sabato nelle Marche. "Siamo a buon punto, al 90%. Rispetto ai 20 giorni che ci avevano prospettato abbiamo fatto un miracolo - ha spiegato - L'ambasciata ha collaborato molto e io ci ho messo l'anima, non ci sto dormendo ancora. E' un caso umano, c'è una famiglia e poi siamo italiani e riportiamo a casa un nostro concittadino". (SEGUE).

Pubblicato su Il Piccolo