Omicidio Giulia Cecchettin, Turetta piange davanti al gip
Il 22enne ha scelto in questa fase di non rispondere alle domande della giudice
VERONA Filippo Turetta ha pianto davanti alla gip nell’interrogatorio di garanzia e si è avvalso della facoltà di non rispondere.
L'interrogatorio del 22enne accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin è iniziato verso le 10 di martedì 28 novembre nel carcere di Montorio, a Verona, dove è rinchiuso da sabato 25 novembre, quando è stato estradato dalla Germania, e già attorno alle 10.30 sono usciti la giudice Benedetta Vitolo e il pm Andrea Petroni.
Nei pochi minuti in cui è rimasto davanti alla gip, Turetta era in lacrime e in particolare ha pianto prima di essere portato via quando l'interrogatorio si è concluso.
Il difensore di Turetta, l’avvocato Giovanni Caruso, non è ancora uscito dal carcere. Al momento non si può escludere che abbia rilasciato una dichiarazione spontanea.
QUI L’AGGIORNAMENTO: Turetta confessa l’omicidio di Giulia Cecchettin
Dopo avere incontrato lunedì il ragazzo, il legale aveva spiegato che non avrebbe presentato istanza per i domiciliari e nemmeno al tribunale del Riesame.
Il legale di Elena Cecchettin: «Omicidio aggravato da stalking»
Per il legale di Elena Cecchettin, l'omicidio della sorella Giulia è «aggravato dallo stalking». Filippo Turetta, infatti, spiega l'avvocato Nicodemo Gentile, ha «dimostrato di essere un 'molestatore assillante', il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono 'fame di possesso' verso la nostra Giulia».
Si tratta, ha chiarito, di «un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia».
E ancora: «Un uso padronale del rapporto che ha spinto il Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo l'omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria».
Pubblicato su Il Piccolo