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A Trieste l’abbraccio ai famigliari di Luca Giustolisi, il campione gentile

Gremita la Cattedrale di San Giusto dove in tanti si sono stretti intorno alla famiglia dell’ex campione di pallanuoto apprezzato ovunque da chiunque

TRIESTE La Trieste sportiva e non solo si è stretta questa mattina, venerdì 22 settembre, attorno alla famiglia di Luca Giustolisi, il 53enne triestino ex campione di pallanuoto, deceduto per un male incurabile, di cui è stato celebrato il funerale in una gremita Cattedrale di San Giusto.

Per assistere alla funzione celebrata dal parroco, don Marino Trevisini, e salutare per l’ultima volta Luca, si sono ritrovati in tanti, fra ex compagni di squadra, colleghi, amici. Fra i banchi della Cattedrale anche la squadra del Brescia di pallanuoto, sodalizio al quale Luca Giustolisi si era avvicinato per motivi professionali.

Nel corso della sua carriera sportiva - nuotatore all’inizio, pallanotista di assoluto valore internazionale poi, tecnico e dirigente fino a pochi mesi fa - era stato capace di farsi apprezzare ovunque e da chiunque.

Dopo la notizia della prematura scomparsa, la Federazione italiana Nuoto (Fin) aveva diffuso una nota, firmata fra gli altri dal presidente Paolo Barelli e dal commissario tecnico del Settebello Sandro Campagna, che recita così: «La pallanuoto ricorda Luca Giustolisi per sensibilità ed eleganza, passione e competenza, doti che aveva saputo trasportare anche fuori dalla vasca, in veste di commentatore tecnico, dirigente, allenatore, psicologo e mental coach».

Luca infatti aveva sempre saputo abbinare lo sport di alto livello allo studio, laureandosi in Psicologia e mettendosi a disposizione - oltre che come consulente del Tribunale dei minori - di atleti e allenatori per un supporto in prossimità delle gare, in occasioni di infortuni o problematiche psicofisiche di vario genere, consapevole delle implicazioni che possono emergere quando un’attività sportiva viene portata, come appunto aveva fatto lui, ai massimi livelli.

Pubblicato su Il Piccolo