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Addio a Martin Walser, il gigante della letteratura tedesca che fece scandalo con “Morte di un critico”

Uno dei grandi protagonisti della letteratura del secondo dopoguerra in Germania insieme a Günter Grass, aveva 96 anni

Lo scrittore tedesco Martin Walser, uno dei grandi protagonisti della letteratura del secondo dopoguerra in Germania insieme a Günter Grass, Siegfried Lenz e Heinrich Böll, che ha plasmato l'immagine intellettuale della Repubblica Federale, è morto all'età di 96 anni a Überlingen sul Lago di Costanza, nel Baden-Württemberg. L'annuncio della scomparsa è stato dato dal sito internet del Frankfurter Allgemeine Zeitung e dal canale televisivo Zdf. Nato a Wasserburg/Bodensee, su lago di Costanza, il 24 marzo 1927, viveva a Nußdorf/Bodensee.

Con i suoi modi spigolosi e combattivi, Walser si è intromesso spesso nel dibattito pubblico. A lungo considerato un intellettuale impegnato a sinistra, nel 1998 fece scalpore, durante il discorso per il Premio internazionale per la pace degli editori tedeschi, stigmatizzò la «strumentalizzazione di Auschwitz», parlando di «un mezzo di intimidazione che può essere usato in qualsiasi momento, o una clava morale». La reazione della comunità ebraica tedesca fu dura, accusando Walser di essere «un incendiario degli animi». Ne nacque un dibattito ampio, che coinvolse non solo gli intellettuali ma un'intera nazione desiderosa di riflettere sul rapporto tra la ricerca di normalità del presente e la terribile eredità del passato.

Dal 1944 al 1945 Walser ha partecipato alla seconda guerra mondiale entrando nella Wehrmacht ed è stato in un campo di prigionia americano. Ha studiato germanistica, teologia, filosofia, storia, psicologia a Ratisbona e a Tubinga. Ha conseguito il dottorato nel 1951 con un lavoro su Franz Kafka, autore che ha ispirato il suo esordio, una raccolta di racconti (Ein Flugzeug über dem Haus 1955) intessuti sul motivo insistente dell'alienazione del singolo, con precisi accenti di critica sociale. Passò quindi al romanzo, affermandosi fra gli scrittori tedeschi più validi grazie a Matrimoni a Philippsburg (Feltrinelli, 1962), Dopo l'intervallo (Feltrinelli, 1964) e L'unicorno (Feltrinelli, 1969) che rappresentano spaccati di vita e una panoramica sull'autentica realtà della vita Germania del più trionfante miracolo economico. Dopo anni di silenzio narrativo, dal 1972, in rispondenza del più esplicito impegno politico in un secondo momento assunto da Walser, alla critica sociale è subentrata una spinta alla modificazione e alla speranza, sicché la malattia individuale, provocata da cause sociali, solo nel sociale potrà essere curata.

In Italia Sugarco ha pubblicato "Un uomo che ama", "La cavalcata del sangue", "Una zappillante fontana", "I viaggi di Messmer" e "L'istante dell'amore". Walser è diventato noto, tra le altre cose, per il romanzo "Morte di un critico" (2002, tradotto in italiano sempre da Sugarco): l'opera è stata oggetto di una discussione decisamente controversa, perché i critici hanno accusato Walser di regolare i conti con Marcel Reich-Ranicki, considerato il padre della critica letteraria tedesca nel secondo Novecento, in modo antisemita, cosa che Walser ha negato. Il libro di Walser ha rappresentato il più grande scandalo letterario nella storia della Repubblica tedesca; scandalo che è nato da una poetica e geniale trasfigurazione della condizione dello scrittore nella società contemporanea, la società "telecratica".

La sua satira si è presa ogni libertà perché descrive con veracità graffiante e caricaturale la mistificazione del grande critico Ehrl-König (il Marcel Reich-Ranicki della realtà) che fa a pezzi tutti coloro che non si attengono all'idea della letteratura come divertissiment.

Pubblicato su Il Piccolo