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Addio a Carlo Donato, il “prof” che conciliava rigore e ironia

Era nato, si era laureato e aveva iniziato la sua carriera accademica a Trieste per poi trasferirsi a Sassari. Alla serietà dello studio abbinava uno spirito giocoso: fu un pilastro della Goliardia

TRIESTE. Un professore apparentemente rigido eppure molto amato, riscoperto scanzonato, ironico e pungente nel momento in cui è diventato collega e amico. Un uomo che ha sempre messo al primo posto la famiglia e i figli, ma che ha dato pure molto alla didattica, alla ricerca e al lavoro con i suoi allievi, avendo trovato nell’università i valori in cui credere e da cui sentirsi gratificato. Tra amici, studenti e colleghi sono in molti a ricordare con affetto e stima Carlo Donato, docente del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Sassari, scomparso sabato dopo una malattia che lo aveva fiaccato nel fisico ma non nello spirito Nato e laureato a Trieste

Nato a Trieste il 23 novembre 1947, si era laureato in Scienze politiche a indirizzo economico nell’ateneo giuliano, dove aveva passato anche un breve periodo da ricercatore, per poi proseguire la carriera a Sassari, dove aveva iniziato come associato per poi diventare professore ordinario. E proprio dall’ateneo sardo arrivano un sentito “Buon viaggio professore” e tanti messaggi di cordoglio da parte dei suoi studenti, che avevano con lui un forte legame. «La sua scomparsa – scrive il rettore dell’ateneo sassarese Gavino Mariotti – lascia un grande vuoto, culturale e umano, per i suoi tratti di signorilità, generosità e umiltà, ma anche una straordinaria testimonianza come docente da custodire e trasmettere alle nuove generazioni di studiosi». A ricordarlo l’Associazione italiana insegnanti di geografia

A ricordarlo sono anche i soci dell’Associazione italiana insegnanti di Geografia, di cui è stato tesoriere nazionale e presidente della Sezione provinciale di Trieste per molti anni. «Chi lo ha conosciuto sa che Carlo faceva le cose in cui credeva e si impegnava fino in fondo. Alla didattica, alla ricerca, all’approccio con gli studenti aveva dato molto e di questo era ben contento», racconta commosso Giuseppe Scanu, presidente dell’Associazione italiana di Cartografia, che ne rammenta il viso sempre sorridente, la testardaggine, l’idealismo, la voglia di scherzare, la sua doppia affezione per Trieste, sua città natale, e Sassari, che l’aveva accolto e da cui alla fine era rimasto conquistato, pur mantenendo per tutta la vita quell’atteggiamento da “pendolare” che lo vedeva andare su e giù per l’Italia ogni due settimane. Il suo ruolo attivo nella Goliardia

Mentre Giuseppe Borruso, docente di Geografia dell’ateneo giuliano, che l’ha conosciuto sia da professore che successivamente da collega e amico – quando già si era trasferito a Sassari ma aveva mantenuto saldi i rapporti con Trieste – lo ricorda sempre capace di conciliare la serietà nel lavoro con uno spirito giocoso, che lo aveva portato a ricoprire pure un ruolo di rilievo nella Goliardia per molti anni. Tra i suoi impegni, anche quello a favore dello studio e della divulgazione dei temi legati all’esodo istriano e per le comunità italiane in Slovenia e Croazia. I funerali domani a Trieste alle 11

Pubblicato su Il Piccolo