Cinque youtuber travolgono una Smart per fare un video sui social, muore un bimbo: il ventenne alla guida positivo alla droga. Uno dei ragazzi: “Trauma indescrivibile”
Analisi sui cellulari dei cinque a bordo dell’auto. I pm disporranno una consulenza sulla velocità del suv. Salvini: ai cretini al volante via la patente per sempre
Omicidio stradale. È questa l'accusa contestata dalla procura di Roma a Matteo Di Pietro, il ventenne che ieri era alla guida del Suv Lamborghini, a Casal Palocco, e che ha causato la morte di un bimbo di cinque anni, Manuel Proietti, e ferito la madre e la sorellina. Indagato, è stato trovato positivo ai cannabinoidi. La bimba di 4 anni è stata dimessa dall'ospedale Bambin Gesù di Roma. La madre, Elena Uccello, 28 anni, invece, resta ricoverata al Sant'Eugenio: ha contusioni ed è ancora in forte stato di choc.
Matteo Di Pietro
I cinque a bordo dell’auto
Non sono al momento iscritti sul registro degli indagati dalla procura Vito Loiacono, Marco Ciaffaroni e Giulia Giannandrea, ovvero gli altri che si trovavano nella vettura. Nei loro confronti potrebbe essere contestato il concorso nel caso in cui venisse accertato che nelle fasi precedenti allo schianto stessero girando un video e incitando il ragazzo alla guida. I ragazzi a bordo dell’auto, infatti, sono youtuber e fanno parte del gruppo TheBorderline. «Il trauma che sto provando è indescrivibile. Ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima», ha scritto in un post sulla sua pagina Instagram, Vito Loiacono, uno dei ragazzi di TheBorderline.
Il commento di Salvini
«Un bimbo di cinque anni è morto alle porte di Roma, pare fosse in svolgimento una competizione social di youtuber in 5 su una Lamborghini che hanno stritolato questo bimbo. Se sei recidivo e togli la vita a una persona perché sei un cretino al volante, tu la patente non la vedi più per il resto di tuoi giorni, non è che la sospendo per qualche mese», dice il vicepremier e ministro, Matteo Salvini, all'assemblea di Confcooperative parlando del nuovo codice della strada.
Le indagini
I pm romani affideranno una consulenza tecnica per accertare a che velocità stesse viaggiando il Suv Lamborghini. Gli accertamenti dei vigili urbani proseguono per stabilire chi stesse filmando le bravate che sarebbero state poi postate online nell’ambito di sfide a premi sul canale YouTube dei TheBorderline a cui sono iscritte oltre 600.000 persone. Gli agenti della polizia Locale di Roma Capitale sono al lavoro sui cellulari delle cinque persone che erano a bordo del suv, che era stato preso a noleggio, per verificare se nelle fasi precedenti allo schianto stessero effettuando un video da poi postare in rete in una sorta di sfida social.
La testimone
«Ero in casa quando ho sentito un botto terrificante e sono uscita, in pochi minuti è accorsa molta gente e c'era un ragazzo che prestava i primi soccorsi al bambino, provando a fargli la respirazione bocca a bocca. Non riuscivo ad avvicinarmi perché era una scena raccapricciante», racconta Lucia, una donna di 50 anni che abita a pochi metri da dove c'è stato l'incidente. Sul marciapiede, dove ancora ci sono pezzi di carrozzeria blu della Lamborghini saltati via dall'auto durante l'impatto, un ragazzo porta un mazzo di fiori ai piedi di un albero, dove ci sono altri fiori, un pupazzo verde e una girandola arcobaleno. Diverse persone si fermano, alcuni dicono una breve preghiera, altri si chiedono increduli come sia potuta accadere una tragedia del genere. «Abito qua da 45 anni, la macchina proveniva da una strada da cui non c'è molta visibilità - racconta ancora la donna -. Da quello che mi hanno raccontato alcuni vicini, i ragazzi sul suv hanno provato a superare una macchina, andavano a grande velocità e hanno investito l'auto della signora che stava aspettando fuori dall'asilo. È allucinante, ancora non riesco a crederci».
Gli inquirenti hanno, inoltre, acquisito le immagini delle telecamere presenti in zona che potrebbero avere ripreso le fasi del tragico schianto.
Il commento del padre di un amico del bimbo ucciso: “Sfrecciavano da giorni, andavano fermati”
«Lo scandalo è che questi ragazzi dopo aver fatto quello che hanno fatto invece di essere dispiaciuti erano tranquilli e pensavano ai follower in modo strafottente. Questa è una schifezza. Spero solo che questa persona marcisca in carcere». Così il padre di un compagno di classe di Manuel Proietti, il bambino di 5 anni morto nell'incidente avvenuto ieri a Casal Palocco, poco fuori Roma. Secondo le prime ricostruzioni l'auto sulla quale viaggiava il bimbo è stata travolta da un Suv che andava a forte velocità e guidato da un ventenne. «Cinquanta ore in una macchina per fare i deficienti - aggiunge l'uomo -. Vi sembra normale? I genitori di questi ragazzi dove stavano? Devono arrestarli tutti, compreso quello che gli ha dato la macchina. A un 20enne non so se puoi dare una macchina del genere». E ancora: «Dobbiamo tutti parlare e raccontare quello che è successo. Filmavano e il bimbo era morto. Siamo distrutti, questa macchina sfrecciava da giorni. Andavano fermati».
Un anno fa una sfida analoga
Già un anno fa, lo scorso 20 gennaio, una sfida analoga per i The Borderline: 50 ore a bordo di un'auto, anche se nel 2022 si trattava di una utilitaria e non di un mega suv. In quella occasione, da Roma tra l'altro si erano spostati a Milano, con una sfida nella sfida.
Dimesse dall’ospedale nel tardo pomeriggio la madre e la sorellina di Manuel
Elena, la 29enne coinvolta nell'incidente di ieri nel quartiere Axa di Roma è stata dimessa in mattinata dal reparto di medicina d'urgenza dell'ospedale Sant'Eugenio dove era stata ricoverata insieme alla figlia di 3 anni, dimessa anche lei nella notte. Sotto choc per lo schianto con il suv guidato dallo YouTuber, nel quale ha perso il primogenito di 5 anni, non ha riportato gravi lesioni.
Pubblicato su Il Piccolo