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Addio a Gianni Minà, il giornalista amante della Cultura e amico dei grandi dello Sport

TRIESTE. «Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari».

Così i famigliari del famoso giornalista, scrittore e conduttore televisivo hanno annunciato nella serata di lunedì 27 marzo la scomparsa a 84 anni di uno dei volti più noti del giornalismo italiano.

Nato a Torino il 17 maggio 1938, iniziò la carriera da giornalista nel 1959 sulle colonne di Tuttosport, di cui successivamente fu anche direttore dal 1996 al 1998. Nel 1960 fece il debutto in Rai collaborando alla realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici di Roma. In Rai realizzò centinaia di reportage, ideando e presentando programmi televisivi e documentari.

Nella sua sterminata esperienza da cronista ha seguito otto mondiali di calcio e sette Olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato, fra cui quelli di un atleta che divenne uno dei suoi tanti celebri amici sportivi: Muhammad Ali. Lavorò per numerosi programmi successo, tra i quali “Sprint”, “Tv7”, “AZ, un fatto come e perché”, “Dribbling”, “Odeon. Tutto quanto fa spettacolo” e “Gulliver”.

Negli anni divenne sempre più famoso per le sue interviste con grandi personaggi dello sport e non. Fortissimo fu il rapporto con Diego Armando Maradona e con Pelè. Iconica, tra le tante, resta la foto che lo ritrae gioioso a cena a Roma con Muhammad Ali, Sergio Leone, Robert De Niro e Gabriel García Marquez.

Ma nel suo curriculum vanta anche interviste divenute storiche a personaggi iconici come Fidel Castro e Dalai Lama, ma anche a grandi artisti del cinema e della musica come Federico Fellini, Jane Fonda, Franco Battiato, Massimo Troisi e Pino Daniele.

Minà ha collaborato con moltissimi quotidiani da Repubblica all’Unità, dal Corriere della Sera al Manifesto. Ed è stato anche un prolifico scrittore: da “Il racconto di Fidel” del 1988 a “Non sarò mai un uomo comune” del 2021.

Nel 1981 il presidente della Repubblica italiana Sandro Pertini gli consegnò il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo. Nel 2007 invece ricevette il Premio Kamera della Berlinale per la carriera, il più prestigioso premio al mondo per documentaristi.

Pubblicato su Il Piccolo