Addio a Maria Kodama, è stata gli occhi di Borges sul mondo
Moglie e custode dell’opera del celebre autore argentino, aveva 86 anni
Gli occhi di Borges si sono spenti. La moglie del celebre scrittore argentino, Maria Kodama, sua assistente preziosa per anni, a sua volta scrittrice e traduttrice, custode dell'opera letteraria del genio che aveva sposato, è morta dopo una lunga malattia a Buenos Aires a 86 anni.
Lui era il più visionario degli scrittori sudamericani, lei è stata la sua vista per anni, per lui che era rimasto senza, anche se questo incidente della salute non ha mai pregiudicato la limpidezza del suo ragionamento, lo sviluppo del suo pensiero.
I due avevano una grande differenza d'età. Lui era dell'ultimo anno del 1800, lei, madre tedesca e padre giapponese, era del 1937. Si incontrarono quando lei aveva 12 anni e pare ne rimase folgorata. Nel 1975 divenne la sua assistente e iniziò quel rapporto simbiotico che fece di lei gli occhi dello scrittore. Tante le allusioni e le cattiverie sulla differenza d'età, che i due hanno sempre superato nei fatti, con il perdurare della loro unione. Kodama aiutò Borges anche nella stesura di alcune opere, come «Breve antologia anglosassone» del 1978 e «Atlante» del 1984 e in alcune traduzioni. Il matrimonio è del 1986: i due si sposarono in Paraguay, ma due mesi dopo soltanto Borges morì. Il sodalizio umano e professionale per i due però non è mai terminato. Quei due brevi anni di vita matrimoniale furono solamente la consacrazione di una unione di intenti che durava da tempo. E Maria Kodama infatti ha continuato a custodire l'opera del marito.
«Eravamo un po' matti per l'epoca, nel senso che non avevamo pregiudizi. Mi telefonava ogni giorno e mia madre impazziva», raccontava la vedova di Borges in una delle tante interviste concesse. La scrittrice dalla scomparsa del marito ha continuato a girare il mondo e a parlare della sua opera e dell'uomo, in tantissime conferenze. Kodama ha fondato ed è stata presidentessa della Fondazione Internazionale Jorge Luis Borges che ha sede a Buenos Aires, che diffonde l'opera dello scrittore e che ne porta avanti la corretta interpretazione.
«Diffido dell’immortalità, ma questo non è per me motivo di tristezza quanto di felicità: pensare che cesserò», sosteneva l'autore di «Finzioni», vicinissimo al Nobel, mai ottenuto, ispiratore di altri grandissimi scrittori, da Calvino a Bolaño. Con Kodama se ne va chi lo ha conosciuto intimamente, ultima grande tesimone del Grande Cieco.
Pubblicato su Il Piccolo