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Agata Kubis: “Basta con la politica della paura. Dobbiamo cambiare il modo di pensare alle migrazioni e integrare”

La fotoreporter polacca premiata per i reportage sui profughi bloccati tra il suo Paese e la Bielorussia: «Se fossi rimasto nel mio Paese sarei già morto, qui ho qualche possibilità di farcela», mi disse un uomo al confine

«Se fossi rimasto nel mio Paese sarei già morto, mentre qui ho qualche possibilità di farcela». Agata Kubis non dimentica queste parole. A dirgliele è stato uno dei migranti che, sopportando violenze, paura e gelo, tentano di arrivare in Europa superando la frontiera sigillata tra Polonia e Bielorussia, e rimangono intrappolati nella foresta di Bialowieza. Tra di loro Josephine, suo marito e i loro due figli. Scappati dal Congo a causa di persecuzioni politiche e stupri, approdati prima in Russia...

Pubblicato su Il Piccolo