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In campo con lo striscione “Basta morti in mare”, squadra di calcio multata a Bergamo. Abete: “Messaggio condivisibile, ma ci sono le regole”

L’Athlethic Brighéla gioca in terza categoria, l’arbitro aveva negato l’autorizzazione. Anche gli avversari del River Negrone erano d’accordo con il messaggio

Uno striscione che era stato voluto con le migliori intenzioni, per sensibilizzare verso la tragedia delle morti in mare è invece costato molti guai a una squadra dilettantistica bergamasca, che si è vista multare e squalificare alcuni componenti per aver esposto, appunto, la scritta a centrocampo. Il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Giancarlo Abete non può che prendere atto di quanto successo e commentare: «Il messaggio è più che condivisibile ma esistono le regole».

Domenica scorsa, ad avvio partita, i giocatori dell'Athlethic Brighéla - una società molto attiva anche nel sociale - si sono schierati a centrocampo con l'arbitro e gli avversari padroni di casa, il River Negrone, in una partita del Girone B. Applausi e foto di rito con pensiero al dramma di Cutro e uno striscione recante la scritta «Cimitero Mediterraneo, basta morti in mare». esposto in accordo con gli avversari. Invece è giunta a sorpresa la decisione del giudice sportivo della Delegazione di Bergamo: multa da 550 euro e squalifica per il capitano e i dirigenti, rei di aver esposto ugualmente lo striscione nonostante l'arbitro avesse detto no, pur senza impedire fisicamente la cosa. 

Con un post su Facebook che raccontava la partita persa 5-1, così avevano spiegato l’iniziativa: «Il pomeriggio è comunque cominciato rimarcando la posizione dell'Athletic Brighéla e della squadra River Negrone sulle questioni umane che da troppo stanno caratterizzando il nostro paese in modo negativo. Dopo quella che i nostri politici seguitano a chiamare "tragedia" ed è invece risultato di scelte ben precise, ribadiamo che noi non ci stiamo».

Al telefono con La Stampa, il presidente Abete spiega che non c’è molto da fare: «Non conosco ancora la vicenda nel dettaglio, ma posso immaginare che la società non abbia inoltrato alcuna richiesta ufficiale», e anche in quel caso non è che sarebbe andata molto diversamente. «Questo genere di iniziative devono partire dall’alto e non dal basso. Il testo dello striscione esposto dai ragazzi bergamaschi non può che essere più che condivisibile, ma esiste un regolamento che va seguito. Nemmeno l’arbitro avrebbe potuto autorizzarne l’esposizione. Non è una mancanza di sensibilità – sottolinea – In Calabria è stato chiesto e autorizzato il minuto di silenzio in tutti i campi per onorare la memoria delle vittime della strage di Cutro».

Nemmeno un fine giusto può aggirare la burocrazia dei regolamenti: «Nella Lega Dilettanti ci sono 15mila società – è il pensiero di Abete –, immaginate se ciascuna squadra decidesse di scendere in campo con un qualche tipo di messaggio da veicolare. Di buone cause ce ne sono tante, ma senza regole si rischierebbe il caos». 

Pubblicato su Il Piccolo