Ha ucciso il figlio disabile a Trieste: «Tragedia famigliare, non lo arrestiamo»
Il procuratore De Nicolo sull’omicidio di via Foscolo
TRIESTE L’omicidio di via Foscolo è maturato in un contesto «tragico», quello di un «dramma famigliare», quindi «non sottoporremo ad arresto il padre, perché non ci sono esigenze cautelari come il pericolo che possa ripetere il gesto nei confronti di altre persone».
Il procuratore Antonio De Nicolo chiarisce la pozione giudiziaria del papà di 67 anni – seguito dai servizi di salute mentale – che giovedì ha ucciso con più coltellate il figlio di 38 anni con disabilità psichica, tentando poi di suicidarsi con la stessa arma. Il fascicolo del pm Massimo De Bortoli è aperto per omicidio volontario. «Riteniamo che non sussistano esigenze cautelari – precisa De Nicolo – perché si tratta di una situazione non riproducibile, l’uomo non rappresenta un pericolo per gli altri. Il dramma ha una dimensione familiare, quella di un padre sopraffatto dai problemi con il figlio disabile».
Il sessantasettenne, che come detto aveva poi tentato di togliersi la vita, l’altra notte è stato sottoposto a un delicato intervento vascolare e ai legamenti del collo, viste le ferite che si è inferto dopo l’omicidio. Ora è stazionario e resta ricoverato in Terapia intensiva.
L’uomo, come emerso a poche ore dalla tragedia, è seguito da tempo dai servizi di salute mentale, mentre il figlio era in carico ai servizi sociali del Comune.
Il disagio psichico dunque accomunava entrambi. Una condizione di fragilità sui cui ha gravato la recente morte della moglie, madre del trentottenne. L’unica, forse, che fino a quel momento riusciva a reggere l’equilibrio famigliare in casa. Con il suo decesso, avvenuto sabato scorso, probabilmente la situazione è precipitata sfociando nell’atto violento del marito, rimasto improvvisamente solo con il figlio disabile.
Pubblicato su Il Piccolo