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Una folla per l’ultimo addio a Franco Rotelli a San Giovanni a Trieste con la messa celebrata dal fratello gesuita Gian Giacomo

All’uscita del feretro è stata intonata la canzone “Bella ciao” tra gli applausi e il lancio di petali di rose sulla bara. Accanto ai figli e ai familiari amici e colleghi.

TRIESTE. Chiesa del Buon Pastore, nel comprensorio di San Giovanni, gremita alle 11 di oggi, sabato 18 marzo, per dare l'ultimo saluto a Franco Rotelli, lo psichiatra stretto collaboratore di Franco Basaglia, direttore dell'ex Opp e dei Servizi per la salute mentale di Trieste, e direttore per lungo tempo dell'Azienda sanitaria triestina, scomparso giovedì a 80 anni dopo una malattia.

Presenti i familiari, a partire dai tre figli Ilja, Carlo Federico e Francesco, gli amici e i colleghi di cinquant'anni di battaglie in difesa dei più fragili, oltre ai referenti delle associazioni, tanti operatori della sanità e del sociale, e molte persone aiutate, curare, sostenute da Rotelli in questi anni, che lo hanno omaggiato con messaggi affettuosi e di gratitudine scritti sul libro dei ricordi fuori dalla chiesa.

E poi la politica, con il centrosinistra presente con i suoi rappresentanti politici e istituzionali, locali e nazionali. Tutti stretti attorno al feretro, ricoperto di rose, le sue amate rose, rosse, arancioni, rosa, bianche. A celebrare la messa, il fratello, padre Gian Giacomo Rotelli, figura di grande spicco tra i gesuiti in Italia, che, lucido ma commosso, durante l'omelia ha ricordato il fratello Franco, rammentando come abbia "servito l'uomo obbedendo all'imperativo morale della sua coscienza.

Franco rimarrà vivo dentro di noi", ha detto il sacerdote, invitando tutti a portare avanti il suo lavoro, "non perché sia un dovere ma perché fa vivere bene".

Ad accompagnare l'ultimo viaggio dello psichiatra, Marco Cavallo, simbolo della rivoluzione basagliana di cui Rotelli fu protagonista, posizionato davanti al portone della chiesa. Alla fine della funzione si sono susseguiti gli interventi e i ricordi degli amici e colleghi dal porticato.

Alle 13.30 il feretro è stato portato fuori dalla chiesa, salutato intonando la canzone “Bella ciao” tra lunghi applausi con la folla che lanciava petali di rose sulla bara. 

Pubblicato su Il Piccolo